Oggi parliamo del divario di genere nelle materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica): le statistiche mostrano che in Italia, tra le persone laureate in ingegneria e in informatica, le donne sono rispettivamente il 20% e il 25%. Questi numeri derivano direttamente da una bassa iscrizione femminile nelle facoltà scientifiche e tecnologiche: per esempio, solo il 29% delle studentesse italiane sceglie corsi universitari in ingegneria, rispetto al 50% degli studenti maschi. 

Le barriere culturali e gli stereotipi di genere influenzano le scelte professionali fin dalla giovane età, associando la matematica e le scienze a una predisposizione maschile. Di conseguenza, le ragazze tendono a scegliere indirizzi scolastici e universitari meno orientati verso le STEM, limitando le loro opportunità future. Questi stereotipi sono visibili anche nei libri di testo scolastici, nei quali le rappresentazioni di scienziati e ingegneri sono spesso maschili (per ora tralasciamo il mondo dei giocattoli, ne riparleremo nei prossimi giorni).

Nel mondo del lavoro, poi, le donne che scelgono carriere STEM affrontano una serie di difficoltà. Infatti, secondo l’Osservatorio delle Professioni Femminili, solo il 30% delle donne in STEM ha ruoli dirigenziali rispetto al 70% degli uomini. Inoltre, le donne in questi settori spesso segnalano una mancanza di supporto e pari opportunità di avanzamento rispetto ai colleghi maschi. Non dimentichiamo le disuguaglianze salariali, con le donne in ambito STEM che guadagnano in media il 15% in meno rispetto ai colleghi maschi.

È nostro compito di genitori, educatori, educatrici, cittadine e cittadini, incoraggiare le nuove generazioni a perseguire le proprie passioni; è fondamentale promuovere un’educazione inclusiva: le scuole e le università devono creare ambienti di apprendimento positivi e privi di stereotipi, mentre le aziende devono garantire pari opportunità di crescita e riconoscimento. 

Solo così potremo garantire che tutte le persone, indipendentemente dal loro genere, abbiano le stesse opportunità di contribuire allo sviluppo e all’innovazione tecnologica.

A.G.

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