Anche se è già partita una fitta programmazione che andrà avanti fino a settembre presso il Chiostro di S.Andrea, il 4 luglio prende il via la tredicesima edizione del Lilith Festival a Villa Bombrini di Genova Cornigliano, a cura di Lilith Associazione Culturale in collaborazione con Società Per Cornigliano. Visual e illustrazioni sono state curate anche questa volta dalla nostra Priscilla Jamone.

Headliner della prima serata del 4 luglio sarà Emma Nolde, col suo speciale live SoloNonSola e i primi due dischi che dimostrano che si può parlare il linguaggio di chi è nato dopo il Duemila e fare dell’ottimo songwriting; la stessa sera si esibiranno la cantautrice pluripremiata Irene Buselli e la band alt-pop Il Gentiluomo. Età media delle artiste sul palco venticinque anni ma consapevolezza e stile già altissimi. 

Il 5 luglio spazio a rockeuses dalla spiccata personalità: headliner Maria Antonietta, appena tornata sulle scene col quinto disco “La tigre assenza” e la soddisfazione di essere giurata del Premio Strega Poesia. Prima di lei le cantautrici Sabrina Napoleone e Ella Nadì, troppo brave per continuare ad essere considerate emergenti, entrambe anche produttrici artistiche dei propri ultimi lavori e impegnate nell’organizzare, creare occasioni che promuovono arte, musica e (buona) socialità. 

Terza serata, quella di sabato 6 luglio, all’insegna di sonorità world-music ma adattissima anche a chi apprezza atmosfere di band come CSI e Üstmamò e il desert blues stile Bombino e Tinariwen: headliner Maria Mazzotta, già voce del Canzoniere Grecanico Salentino, che nel suo bellissimo ultimo lavoro “Onde” ha mixato suggestioni popolari e post-rock, grazie anche alla chitarra elettrica di Ernesto Nobili e alle percussioni customizzate di Cristiano Della Monica. Prima di loro Rebis (Alessandra Ravizza, voce e Andrea Megliola, chitarra), duo genovese che si muove tra lingue, melodie e paesi che si affacciano sulle rive del Mediterraneo alla ricerca di possibili “ponti emotivi”, accompagnati dal polistrumentista Edmondo Romano, e 𝗖adira (Eugenia Amisano, voce e Paolo Traverso, chitarra), altro duo che rivisita brani di tradizione o di ispirazione iberica e mediterranea.

E poi martedì 9 luglio la (importante) “quota azzurra” di questo Lilith Festival 2024, con il concerto-evento “𝐌𝐚𝐮𝐫𝐨 𝐏𝐚𝐠𝐚𝐧𝐢 𝟐𝟎𝟐𝟒 𝐂𝐫𝐞̂𝐮𝐳𝐚 𝐝𝐞 𝐌𝐚̈”, per celebrare i quarant’anni di uno dei dischi più importanti della musica italiana, il disco in dialetto genovese di Fabrizio De André di cui Mauro Pagani ha scritto e curato tutte le musiche, lavoro che fu davvero qualcosa di completamente diverso per il panorama italiano, per la ricerca sui suoni e sulle voci, per l’uso di un dialetto-lingua che aveva anche qualcosa d’inventato, le suggestioni mediterranee che erano ben lungi da una certa idea di folk imperante allora. In apertura Cristina Nico, accompagnata da Stefano Bolchi, che insieme a Sabrina Napoleone è anche una delle organizzatrici e direttrici artistiche del Lilith Festival.

È lei a parlarci di questa manifestazione, nata quattordici anni fa a Genova per dare spazio alla musica e alla canzone d’autrice, in un panorama musicale in cui le donne erano e spesso sono ancora sottorappresentate, distintasi negli anni per aver portato avanti una proposta musicale di qualità parallelamente all’impegno e alla lotta contro ogni  violenza e discriminazione di genere. In dodici edizioni hanno suonato più di un centinaio di artistə, con headliners come Nada, Cristina Donà, Marina Rei, Paola Turci, Ginevra Di Marco, Angela Baraldi, Suzanne Vega, Joan As A Police Woman, Peaches, Daniela Pes e artiste emergenti provenienti da tutt’Italia.

“Nato prima come realtà locale, visto che in Liguria eravamo un bel gruppetto di cantautrici che si erano conosciute in situazioni seminali come il premio Un Mare di Donne o la rassegna Lorca curata dalle associazioni Metrodora e OpenArt, il Lilith Festival si è aperto quasi subito ad artiste provenienti da tutt’Italia.

Quando Sabrina Napoleone, Valentina Amandolese ed io abbiamo fondato Lilith Associazione Culturale, i cartelloni delle rassegne musicali erano veramente poveri di nomi femminili. È vero, inutile negarlo, che le cantautrici e musiciste donne erano e probabilmente sono ancora una minoranza, ma i rapporti non tornavano lo stesso. Cominciavano infatti proprio in quegli anni a emergere, o meglio tentare di emergere artiste che stavano tracciando nuove vie nella scena indipendente italiana. Ci si conosceva grazie a canali come MySpace o realtà come il MEI di Faenza. Ma a parte le solite note, la maggior parte dei cartelloni e delle programmazioni proponevano davvero pochissime artiste donne.

Allora abbiamo deciso di organizzare un Festival che desse spazio e luce alle nuove cantautrici, che fosse un’occasione di farle rapportare con addettƏ ai lavori e anche per fare massa critica tra di noi, per dimostrare alle ragazze più giovani che si può fare, si può scrivere/suonare/cantare ma anche produrre, seguire i processi creativi per sè e per altrƏ, senza fare solo le interpreti di canzoni altrui o seguendo canoni e clichés che purtroppo insieme ad altre secolari pastoie sociologiche colpiscono le donne nella musica e nello spettacolo, come in tanti altri ambiti. Sappiamo che è difficile anche per i colleghi maschi, intendiamoci, trovare il proprio posto al sole, ma è innegabile che esistono dei grossi gap di genere. Ce lo confermano anche le colleghe che lavorano in teatro, ambito a cui da quest’anno si è aperta Lilith con l’ingresso nel direttivo dell’attrice e regista Cristina Cavalli, che porta al Chiostro di S.Andrea alcuni spettacoli di attrici che sono anche brillanti registe e drammaturghe.

Qualcosa è sicuramente cambiato da quando ci accusavano di essere escludenti nei confronti dei maschi o di fare addirittura dell’autoghettizzazione. A noi fare le riserve protette delle artiste donne non è mai interessato, e lo provano i tanti eventi che organizziamo in cui hanno suonato e suonano cantautori e band interamente maschili. Lo provano anche le nostre produzioni come etichetta, in cui assolutamente vogliamo essere libere di scegliere chi e cosa pubblicare e promuovere, senza steccati di genere, in tutti i sensi. Ma non bisogna mollare di un passo perché niente è stato ancora consolidato e la temperie politica di questi tempi ci dimostra che nessuna conquista va data per scontata. Dedicare ancora una grossa parte delle nostre iniziative a promuovere la musica d’autrice  continua per noi ad essere importante e necessario, anche per dare un’idea della maggiore varietà e della consapevolezza che finalmente si incontra nelle produzioni delle artiste.”

Oltre al Festival della Musica d’Autrice, Lilith, come collettivo artistico e associazione culturale organizza eventi ed iniziative che promuovono la canzone d’autorƏ a tutti i livelli, con una propensione per chi la vivifica con il rock e altri linguaggi e con onestà persegue una propria via artistica non necessariamente adeguata alle mode del momento. Da alcuni anni Lilith è diventata anche etichetta musicale e ha già pubblicato e promosso dischi che hanno ricevuto grande interesse tra lə addettə ai lavori: tra questi, i dischi di Serena Diodati, Misentotale, RosAcustica, Negative 0, Colbhi e gli ultimi lavori delle stesse Sabrina Napoleone e Cristina Nico (quest’ultim0 in coproduzione con Orange Home Records).

www.lilithassociazioneculturale.it

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