Herstory è, prima di tutto, un progetto che nasce da Pepita Ramone.
Pepita Ramone è, prima di tutto, un’associazione che si occupa di arte.
Abbiamo già parlato di Berthe Morisot (qui) e di come sia stata esclusa dalla storia dell’impressionismo nonostante il suo fondamentale contributo e abbiamo già parlato del collettivo Guerrilla Girls, a cui Herstory si ispira nell’immagine e, soprattutto in questo mese, negli intenti.
Nel mese di luglio infatti i nostri articoli e post tematici saranno proprio dedicati al delicato e difficile mondo dell’arte nel suo senso più ampio: pittura, musica, scultura, letteratura, cinema… In ognuno di questi campi le donne sono presenti, anche con eccellenze, e in ognuno di questi campi hanno le loro difficoltà.
I problemi sono sempre, più o meno, gli stessi: meno possibilità, meno riconoscimenti, più discriminazione, più ostacoli.
Sessualizzazioni fuori luogo in ogni contesto (vuoi recitare? Devi essere sexy. Anzi, inizia a spogliarti), pregiudizi senza fondamenti anche mascherati da complimenti (una donna che suona la batteria? Allora ha le palle!), improbabili leggi di mercato (gli scrittori uomini vendono di più), prestabilite definizioni di ruoli (la donna è la modella, l’uomo il pittore).
Se da un lato, per fortuna, le cose sono sempre in movimento e, si spera, in miglioramento, è innegabile quanto per una donna sia più complessa una carriera nel mondo dell’arte, qualunque essa sia.
Trattandosi poi di ambienti già di per sé più delicati di altri e con dinamiche particolari (un esempio? Attori e attrici possono dover affrontare o entrare in intimità “scomode”), anche i movimenti di protesta e sensibilizzazione richiedono un’attenzione maggiore.
Basti pensare, rimanendo nel mondo del cinema, al gran polverone del #metoo, nato per motivazioni più che giuste e nobili, ma sfociato poi anche in prevedibili baracconi atti più al “far parlare” che alla denuncia vera e propria di azioni scorrette e gravi.
Questo cosa implica? Che il movimento stesso poi diventa sterile, se non addirittura controproducente, nel momento in cui la spettacolarizzazione supera il reale problema.
Insomma, quando si tratta di tutte le sfere dell’arte e dello spettacolo, il discorso può farsi complicato.
Però ci teniamo a ribadire una cosa: quando vi raccontiamo che per le donne le difficoltà sono tante, non ce ne inventiamo nessuna.
Sono tutte lì.
Anzi, a volte ce ne dimentichiamo anche qualcuna, tanto ormai ci siamo abituate.